La vendetta di Siviglia by Matilde Asensi

autore:Matilde Asensi [Asensi, Matilde]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bur
pubblicato: 2011-09-12T22:00:00+00:00

«No, l’oro e l’argento sono del re e il re se li tiene» mi spiegò Rodrigo, «ma non grezzi. I banchieri che possiedono delle fonderie li fondono e trasformano i blocchi e le barre in lingotti, dopo aver raffinato i metalli in base al titolo e al peso ufficiali.

Quando li portano alla Casa de la Moneda, recuperano il denaro speso, che era una sorta di cauzione, più un compenso per il lavoro di fusione, raffinamento e fabbricazione dei lingotti.»

«A questo servono gli attrezzi che oggi ho comprato da don Agustín» puntualizzò il signor Juan molto compiaciuto, «che sarà pure banchiere o tutto quel che si vuole, ma non brilla certo per acume, il poveretto… Avrebbe potuto ottenere da me fino a duemila scudi - l’attrezzatura li vale - ma, quando gliene ho offerti mille, si è subito accontentato.»

«Che attrezzi avete comprato?» mi allarmai, temendo il peggio.

«Oh, mio caro ragazzo!» esclamò lui compiaciuto, ignorando, come faceva sempre, il mio aspetto femminile. «Attrezzi ottimi! Fornelli, mantici, pinze, crogioli…»

«… incudini, martelli, bilance» continuò Rodrigo con finta calma, «stampi di ferro per fabbricare lingotti, paioli, pale…»

«Santo Dio!» gridai. «Dove pensate che sistemeremo tutta questa roba quando ce ne andremo?»

Rodrigo sorrise ostentatamente, mentre Juan de Cuba simulava un’ingenuità assoluta.

«Qual è il problema?» chiese con candore.

«Lo stesso che vi ho già segnalato» gli rinfacciò Rodrigo, «il peso delle mercanzie.»

«Siete forse impazzito, signor Juan?» lo apostrofai furiosa. «Non possiamo caricare questi pesanti arnesi!»

«Allora niente, niente! » dichiarò lui allegramente. «Prenderò in affitto muli e carretti e porterò tutto alla mia zabra.»

«La mia zabra!» esplosi.

«Certo, la tua zabra» confermò. «Tu non preoccuparti di niente, ragazzo. Io, come Juanillo, qui non ti servo. Posso quindi lasciare Siviglia uno di questi giorni e arrivare in tempo in quel porto del Portogallo che hai nominato.»

Rodrigo si passò le mani sulla testa.

«Penso che dovresti acconsentire» mi consigliò il mio compare. «Se permetti a Juanillo di ritardare il suo viaggio, potrebbero partire insieme, e il nostro caro Juan si occuperebbe del ragazzo. Nessuno sospetterà di un mercante che trasporta attrezzi da vendere a Lisbona.»

Le porte della sala da pranzo si aprirono e le cameriere ritirarono i piatti sporchi.

Sospirai e cercai di tranquillizzarmi. Dovevo riconoscere che non si trattava di una cattiva proposta: Juanillo sarebbe stato molto più al sicuro.

«Va bene» dissi recuperando la calma e cercando di riordinare i miei pensieri.

«Restituiscimi la lettera per Luis de Heredia, perché ora devo scriverne un’altra.»

I servitori entrarono con vassoi di formaggi e di arance. Mangiammo tutto bagnandolo con del vino forte.

«Devo chiederti un’altra cosa, ragazzo» farfugliò il signor Juan, di nuovo con la bocca piena, «ed è che, prima di ucciderlo, tu mi permetta di vendere gli attrezzi ad Arias, il Curvo che vive a Cartagena. Di sicuro, gli scucirò almeno quattromila scudi!»

«Ad Arias Curvo…?» Non riuscivo a capire il motivo per cui Arias poteva volere gli attrezzi utili a un banchiere.

«Non mi mancheranno le offerte» affermò il signor Juan molto compiaciuto,

«perché sicuramente tutti coloro che traggono profitti dalle miniere del Perù, e frequentano i mercati

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.